Chi ha qualcosa da dire, parli ora o taccia per sempre

Non sono una persona informata. Ho smesso da tempo di seguire giornali e telegiornali (se non in maniera molto sporadica), sono estremamente stufo di non poter avere un'informazione obiettiva e, soprattutto, utile. Nonostante i miei (nostri) discorsi da bar finiscano sempre a finire sulla politica o la religione (o uno strano misto fra queste due cose), la verità, che non nego assolutamente, è che non siamo competenti. E, come noi, la stragrande maggioranza degli italiani non lo è. Dunque, quello che segue non ha alcun valore, oppure ne ha tantissimo, perché rispecchia il modo di pensare -corretto o meno che sia- di tanta gente come me.

Nell'ultimo periodo si sta parlando un sacco del referendum, o meglio, anomalia italiana, di quanto non si parli del referendum, cosa che, comicamente, è la stessa cosa.
Premessa, io andrò a votare. Su cosa voterò, ne parlerò dopo. Trovo un insulto alla democrazia e ai cittadini l'esistenza del quorum. In sostanza, quando una votazione è decisa dalla classe politica (le elezioni ai vari livelli) il concetto è semplice: il vincitore è deciso in base alla scelta dei votanti, a prescindere da quanti essi siano. Il non andare a votare equivale a far perdere la propria opinione di valore a livello nazionale. Semplice, chiaro, e sono d'accordo. Non votare è una scelta, ma bisogna essere consapevoli di quello che si sta facendo (si veda il titolo del post).
Invece con i referendum -sottintendo abrogativo-, uno degli unici due strumenti di democrazia diretta che abbiamo (insieme alla legge popolare), funziona ben diversamente. Data una legge IN VIGORE, si deve decidere se abolirla o meno. Chi non vota è come se votasse no. E se la somma dei voti sì e dei voti no non raggiunge il 50% degli aventi diritto, i voti espressi non contano NULLA. Sono d'accordissimo (lo sono spesso ma non sempre) con il Movimento 5 Stelle, quando parla di abolire questo sistema. Il voto referendario deve avere lo stesso significato del voto elettorale: se si è d'accordo con la legge vigente, si vota no, se non lo si è, si vota sì. Già il fatto che non esista il referendum propositivo (è una mancanza della Costituzione) è abbastanza un insulto, concedeteci almeno questo. Non trovo accettabile sentire politici che istigano a non votare. E'un insulto alla nostra dignità di cittadini. Se avete fatto certe leggi, le condividete, informate la gente del perchè le cose vanno bene così e convincetela a votare NO. E' molto semplice, più chiaro, e non lesivo di quel poco potere effettivo che ci è rimasto.
Qui chiudo il discorso di base.

Andiamo nello specifico di questo referendum. La disinformazione, da entrambe le parti, è stata incredibile. Dall'area di destra l'istigazione al non voto, da sinistra la diffusione di informazioni sbagliate, fuori rotta. Almeno in quello, ho una mentalità abbastanza indipendente da votare quello che penso, non riconoscendomi in nessun partito (e, col passare del tempo, sempre meno anche con una specifica visione politica). Nonostante la mia tendenza iniziale fosse per votare ciecamente i 4 sì (per cieca opposizione a quella presa in giro di governo che abbiamo), ho voluto informarmi abbastanza da poter avere un parere.
E qui sorge un problema. Ha davvero così senso chiedere un parere popolare su questioni così tecniche? Siamo abbastanza ferrati in economia per capire i vantaggi/svantaggi della privatizzazione dell'acqua? Siamo esperti in materia energetica (e l'economia che ci gira intorno) per avere un parere che valga qualcosa sul nucleare? La risposta è chiara.
Ma, soprattutto (e questo mi ricorda le manifestazioni studentesche di qualche tempo fa a cui, sia chiaro, non ho voluto far parte) quanti di noi e di quelli che stanno protestando hanno effettivamente letto e capito queste leggi??
Credo che votare senza una minima cognizione di causa, seguendo quello che ci viene detto dall'alto, sia peggio che non votare.

Di mio, per quanto possibile, ho cercato di informarmi. Ho provato a leggere i testi delle leggi, ma la verità è che non ci ho capito una mazza, non sono in grado di leggerli e di conseguenza di capirli.

Partiamo sull'acqua. I discorsi astratti che si stanno facendo si devono 1) scontrare con la realtà dei fatti 2) mettere d'accordo con quello che si sta effettivamente votando. A questo proposito vi linko questa pagina http://punto-lib.blogspot.com/2011/05/tutte-le-bugie-che-ti-hanno-detto.html. Mi è piaciuta molto l'impostazione, non schierata ma chiara e semplice (meglio ancora il video che hanno realizzato). Non dà indicazione di voto sul primo quesito, anche perchè dimostra che le motivazioni del sì sono infondate. Sul secondo punto la questione è ampiamente condivisibile (va bene la teoria, ma bisogna vedere la pratica). E, tra l'altro, è abbastanza intelligente da mostrare quanto questo referendum serva a poco a cambiare le cose, ma che di cose da cambiare ce ne siano (questo punto non esiste da parte dei sostenitori -politici- del no), ma non sono quelle scelte dai quesiti referendari. Visto che non sono in grado di informarmi direttamente, mi devo affidare a informazione mediata, e fra le cose che ho visto, questo è quello che mi ha convinto di più. Dunque, voterò no in entrambi i quesiti sull'acqua (sopratutto il secondo).

Sul nucleare ho deciso di non votare. Non ho trovato informazioni soddisfacenti, addirittura il parere degli esperti è contrastante in se stesso. Il mio parere da informatico non vale nulla in questo contesto. So che non sono competente per parlare del nucleare il generale, ma so con certezza che non lo voglio qui (non siamo stati in grado di gestire la spazzatura, voglio vedere cosa facciamo con le scorie - non è una scelta emotiva). Ma voglio avere la certezza che il mio sì significhi questo, e non l'ho perchè non riesco a capire il testo della legge. Preferisco astenermi che magari votare il contrario di quello che penso.

Sul legittimo impedimento è invece stranamente semplice la scelta. Il testo è il seguente (preso da http://www.eius.it/normativa/2010/004.asp):

Legge 7 aprile 2010, n. 51

Disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza

(G.U. 8 aprile 2010, n. 81)

Con sentenza 25 gennaio 2011, n. 23, la Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità delle seguenti disposizioni della presente legge: art. 1, comma 3, nella parte in cui non prevede che il giudice valuti in concreto, a norma dell'art. 420-ter, comma 1, c.p.p., l'impedimento addotto; art. 1, comma 4.

Art. 1.

1. Per il Presidente del Consiglio dei ministri costituisce legittimo impedimento, ai sensi dell'articolo 420-ter del codice di procedura penale, a comparire nelle udienze dei procedimenti penali, quale imputato, il concomitante esercizio di una o più delle attribuzioni previste dalle leggi o dai regolamenti e in particolare dagli articoli 5, 6 e 12 della legge 23 agosto 1988, n. 400, e successive modificazioni, dagli articoli 2, 3 e 4 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303, e successive modificazioni, e dal regolamento interno del Consiglio dei Ministri, di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 10 novembre 1993, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 268 del 15 novembre 1993, e successive modificazioni, delle relative attività preparatorie e consequenziali, nonché di ogni attività comunque coessenziale alle funzioni di governo.

2. Per i Ministri l'esercizio delle attività previste dalle leggi e dai regolamenti che ne disciplinano le attribuzioni, nonché di ogni attività comunque coessenziale alle funzioni di governo, costituisce legittimo impedimento, ai sensi dell'articolo 420-ter del codice di procedura penale, a comparire nelle udienze dei procedimenti penali quali imputati.

3. Il giudice, su richiesta di parte, quando ricorrono le ipotesi di cui ai commi precedenti, rinvia il processo ad altra udienza.

4. Ove la Presidenza del Consiglio dei ministri attesti che l'impedimento è continuativo e correlato allo svolgimento delle funzioni di cui alla presente legge, il giudice rinvia il processo a udienza successiva al periodo indicato, che non può essere superiore a sei mesi.

5. Il corso della prescrizione rimane sospeso per l'intera durata del rinvio, secondo quanto previsto dall'articolo 159, primo comma, numero 3), del codice penale, e si applica il terzo comma del medesimo articolo 159 del codice penale.

6. Le disposizioni del presente articolo si applicano anche ai processi penali in corso, in ogni fase, stato o grado, alla data di entrata in vigore della presente legge.


Una volta tanto, si capisce cosa c'è scritto. E non mi piace. Non esiste che una persona chiamata in giudizio non ci vada. SOPRATTUTTO se è un politico. Chiunque esso sia. Se fisicamente non può esserci, devono esserci i suoi avvocati, e il processo deve continuare in contumacia. Non esiste proprio che un politico abbia maggiori diritti di un cittadino comune. Questo è un SI' convinto. Poi lo so che da "legittimo impedimento" lo chiameranno "giustificabile ostacolo" e lo rimetteranno come legge (vedi "finanziamenti ai partiti"--> "rimborsi elettorali"), però in cuor mio saprò di aver fatto la mia parte. Della serie, almeno ci abbiamo provato.


Con questo, passo e chiudo. Informatevi, fatevi un opinione, ma andate a votare cazzo...



Commenti

  1. Ti passo un paio di link a proposito dell'acqua.

    1.http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2010/03/acqua-privatizzazione-problemi-conviri-passino.shtml
    Mi sembra un'analisi interessante del problema privatizzazione, che evidenzia le percentuali di cui parlavamo ieri (anche nel documento che hai indicato tu, par di capire che la percentuale MINIMA di partecipazione privata sia del 40%. Cito: "Alternativamente è possibile affidare la gestione a società miste con almeno il 40% di partecipazione in società private, scelte con gara pubblica (si noti che è
    comunque meno del 50%+1 necessario a controllarle)." Non è 50, ma c'è scritto "almeno"!

    2. www.acquabenecomunepadova.org/.../Sintesi-della-sintesi-Disciplina-Europea-Acqua.pdf
    Sintesi di quello che dice la normativa europea, che NON impone la privatizzazione dell'acqua ma la CONSENTE (non sono andato a reperire tutti gli articoli, ma uno l'ho controllato da fonte diretta e c'è scritto proprio così, perciò mi fido degli altri). Quello che fa il decreto Ronchi è affidare una parte della gesitone a privati (punto 5, si chiama comma?). Vero, la proprietà resta pubblica, ma non mi è chiaro quale sia il peso decisionale del privato date le cifre che investono (non è solo qustione di alzata di mano, ma di chi ha i soldi e chi no). Inoltre, la normativa europea (che, punto 3, è applicabile solo in situazioni straordinarie), dice "L'acqua non è un prodotto commerciale al pari degli altri, bensì un patrimonio che va protetto, difeso e trattato come tale." (punto 1 in prima pagina del DIRETTIVA 2000/60/CE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 23 ottobre 2000": mi sembra in contraddizione con lo spirito dell'"efficace e utile ricorso al mercato" (punto 3) della norma su cui si vota. La CE lascia liberi gli Stati di decidere ma lo spirito che il decreto Ronchi adotta mi suona abbastanza diverso.
    Punto positivo del decreto è l'introduzione delle gare pubbliche, cosa che, da quanto ho capito, oggi non c'è. Questa è una cosa che andrebbe introdotta; ma anche la normativa europea la comprende! O sbaglio?

    3. http://www.acquabenecomune.org/spip.php?article=211
    Proposta di legge popolare sulla gestione dell'acqua, che era stata inviata non ricordo quando ed è stata ignorata. Non mi convince del tutto nemmeno questa, perché qui è la gestione pubblica a diventare obbligata.

    Un'ultima nota sul secondo quesito, quello della remunerazione: vero, non è indicata la percentuale del 7%, ma non è nemmeno scritto con quali criteri DI MERITO un privato che investe dovrebbe essere remunerato. E' vero che le tariffe italiane sono più basse del resto d'Europa: questo non significa però che è consentito alzare i prezzi senza un assodato miglioramento del servizio - e non costruire un sistema in cui anche al cittadino pagare di più la bolletta non risulti gravoso: bisogna aumentare il tenore di vita di tanta gente che già non ce la fa...
    La questione dell'authority di controllo - che servirebbe - mi pare non risolta: è stata scritta solo su carta di recente, in vista del referendum.

    Detto tutto questo... Credo voterò sì ad entrambi i quesiti sull'acqua. Sul legittimo impedimento non c'è bisogno che parli, sul nucleare voterò sì ma magari ne parliamo stasera!

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